Note idrologiche sulla grotta "Su Bentu"
- Dettagli
- Visite: 2854
La prima fase di esplorazioni speleologiche di quest’anno alla Grotta “Su Bentu- Sa Oche” condotta dal Gruppo Grotte Nuorese dal 19 al 30 marzo u. s. è stata conclusa felicemente con risultati soddisfacenti.
Impegnativa, quasi ai limiti delle possibilità umane, l’esplorazione è stata superata senza incidenti di rilievo, grazie sopratutto al grande entusiasmo, alla disciplina, alla capacità, all’assistenza reciproca dei 18 speleologi nuoresi che hanno fraternamente condivise ansie e sacrifici personali. Il piede e la mano hanno poggiato tremanti sui mille pericoli: sull’orlo di burroni, di voragini, di passaggi in pareti levigate dallo scorrere violento dell’acqua o spalmate di fanghi argillosi. Centinaia di laghetti con acque cupe e profonde sono stati navigati con fragili battelli pneumatici sotto l’insidia continua di concrezioni affioranti sagomate a coltello, pronte a scalfire la esile tela gommata e le mani dell’incauto esploratore. Cinque battelli sono stati squarciati e dieci speleologi sono stati costretti a gelidi bagni. Gli abiti bagnati non asciugano mai in quella atmosfera che infradicia, che riempie i polmoni d’acqua, che screpola i piedi e le mani.
Ma non descriviamo qui le sensazioni, le emozioni, e gli episodi vissuti durante la lunga notte di 90 ore circa trascorsa nelle tenebre eterne della Grotta “Su Bentu-Sa Oche” alla ricerca di un presunto fiume sotterraneo e di un’ altrettanta presunta fine della grotta, né descriveremo la potenza e la bellezza segretamente edificate dalla natura in questa immensa grotta, nella lunga notte dei tempi. Interessa qui dire e portare a conoscenza delle persone e degli Enti interessati, i risultati conseguiti con i nostri studi e ricerche, non importa con quali e quanti sacrifici; gli affanni li abbiamo relegati all’interno, nel fiabesco mondo delle stalattiti e stalagmiti, con noi ci siamo trascinati all’esterno i preziosi dati tecnici e di studio e il materiale fotografico, gelosamente custoditi nei pochi sacchi impermeabili a disposizione, e le attrezzature e gli indumenti grondanti d’acqua che ci auguriamo di vedere, in un giorno non molto lontano, scorrere in superficie a irrigare la ubertosa valle di Lanaito.
Dai primi sommari accertamenti sui dati in nostro possesso in via di elaborazione, possiamo affermare che la grotta “Su Bentu-Sa Oche” costituisce oggi la grotta più lunga d’Italia essendo stata esplorata, nelle sue diramazioni principali, per oltre 5 km, senza per altro aver raggiunto la fine………
Bruno Piredda - Presidente Gruppo Grotte Nuorese